Dolores

Le prime canzoni dei Cranberries le ascoltavo alla radio, quando ero piccolo, alle scuole elementari, confuse tra migliaia di altri brani che hanno segnato la musica degli anni ’90.

Il primo ricordo netto della band risale a quando mia sorella, credo agli inizi degli anni duemila, o forse anche prima, iniziò a cantare in una cover band che faceva molti pezzi del quartetto irlandese. Il CD masterizzato di Bury The Hatchet è stato il primo album che ho ascoltato e riascoltato allo sfinimento negli ultimi, quasi, 20 anni. The Animal Instinct e Just My Imagination mi stancarono abbastanza in fretta: erano i brani più famosi, sentiti e risentiti alla radio, in TV e un po’ ovunque.
Il primo grande amore fu Shattered, il secondo Dying in the Sun, il terzo Sorry Son. Indubbiamente i brani più malinconici.

Nella primavera del 2000 fecero un’apparizione in un episodio della seconda stagione di Streghe, interpretando loro stessi mentre suonavano al P3, il locale delle sorelle Halliwell a San Francisco. Potete immaginare che shock fu quando sentii il giro di chitarra iniziale di Just My Imagination!

Tornarono anche al cinema, sei anni dopo, in Cambia la tua vita con un click, con Adam Sandler e Christopher Walken. Nel film, sempre nella parte dei Cranberries, suonavano Linger al matrimonio della figlia di Adam Sandler.

Dallo stesso album di Linger, Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We?, ho abusato della potentissima Dreams e della straziante I Will Always.

Su No Need to Argue forse dovrei scrivere un post a parte, o un blog a parte. Ode To My Family apre il disco in maniera dolce, affettuosa, una perfetta canzone per un lento. Alcuni versi con i cori mi fanno venire la pelle d’oca, ogni volta. Dopo Twenty One, che mi riporta parecchio indietro con gli anni e con i ricordi, c’è quel mostro sacro di Zombie, sulla quale non mi oso pronunciare. Zombie ti lascia svuotato, ma poi arriva Empty a darti il coup de grâce.

Something has left my life,
And I don’t know where it went to.
Somebody caused me strife,
And it’s not what I was seeking.

Didn’t you see me? Didn’t you hear me?
Didn’t you see me standing there?
Why did you turn out the lights?
Did you know that I was sleeping?

Say a prayer for me,
Help me to feel the strength, I did.
My identity, has it been taken?
Is my heart breaking on me?

All my plans fell through my hands,
They fell through my hands on me.
All my dreams it suddenly seems,
It suddenly seems,
Empty

Dopo aver recuperato un po’ di coraggio con Ridiculous Thoughts, arrivano i quattro cavalieri dell’Apocalisse, grandi compagni di lacrime: Dreaming My Dreams, Yeats’ Grave, Daffodil Lament e la canzone che dà il nome all’album, No Need to Argue, che non lascia spazio a discussioni.

To the Faithful Departed, terzo album in studio, ha portato alla luce un elenco di pezzi meno conosciuti, fatta eccezione per Salvation, che preferisco nella versione live riproposta due album dopo. When You’re Gone non è umanamente possibile ascoltarla oggi, forse domani. I Just Shot John Lennon è da un po’ di anni un rituale l’8 dicembre, data dell’omicidio di John. Gli altri due pezzi che mi sono particolarmente cari, che indugiano sul concetto del ricordo sono I’m Still Remembering e soprattutto Will You Remember?

I won’t remember the dress I wore.
I won’t remember champagne.
I won’t remember the things that we swore.
I will just love you in vain.

Wake Up and Smell the Coffee è l’album che forse mi è meno caro. È il padre di Analyse e di Wake Up and Smell the Coffee stessa, con un’intro un po’ rétro.

Dop quest’album Dolores si prese una lunga pausa dal gruppo, tentando la carriera di solista. Sfornò due album, nel 2006 e nel 2007, rispettivamente Are You Listening?, con Ordinary Day, e No Baggage con la B-Side I Want You.

I’m gonna live without you

Quando uscì Roses, 6 anni fa, erano già successe tante cose. Innanzitutto avevo già realizzato un sogno, ovvero vederli dal vivo, ad Assago, in un epico Reunion Tour nel 2010. Credo di non aver mai urlato così tanto ad un concerto. Non è dunque difficile credere quanto gli sia affezionato, a partire da Tomorrow (cantata pure a Sanremo), passando per Show Me, per Schizophrenic Playboy e finendo, di nuovo, con l’omonima Roses.

Di Roses c’è stato un tour, dopo un iniziale reinvio per motivi personali, iniziato alla fine del 2012. Mi rimarrà per sempre in mente la scena finale del concerto dove Dolores, di rosso vestita, dopo aver eseguito l’ultima canzone ha lasciato il palco senza salutare. Ora mi odio per averne pensato male.

Nel 2016 Dolores, Andy Rourke degli Smiths e Olé Koretsky , fondarono il gruppo D.A.R.K., lanciando l’album Science Agrees, di cui voglio ricordare Loosen The Noose. I D.A.R.K. si sarebbero dovuti esibire a Milano, al Tunnel, ma l’evento venne cancellato.

Something Else è un gioiello prezioso, uscito l’anno scorso, ad accompagnare un tour nei teatri che ha contato pochissime date, ne ha cancellate molte e ora non ne vedrà altre. Something Else è una raccolta di 20 anni della mia vita, addolciti da un’orchestra. Something Else sarà per sempre il concerto al quale non sarò andato. Something Else sarà per sempre l’ultimo ricordo che avrò di Dolores O’Riordan, la mia cantate preferita.

Everthing feels cold in the winter
Everthing feels cold

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.